1° CENTRALE IDROELETTRICA SORTA IN ITALIA
L’ ing. Achille Buzzi, nonno dell’ attuale proprietario della Centrale Elettrica Buzzi, rag. Enea Buzzi, inizio’ la costruzione della Centrale nel 1890. I lavori si protrassero per circa tre anni. Il suo intento era di illuminare con le lampadine le strade, i paesi, le case sostituendo l’ illuminazione di allora che era con il gas od a olio. Seguendo il corso del fiume Bardello, individuo’ in localita’ Boscogrosso di Brebbia, il luogo ideale per il suo progetto. Fece costruire un canale artificiale in modo da costituire un salto d’ acqua di circa 5 metri sufficiente per generare energia elettrica. Detto canale di circa 1.600 metri di lunghezza e di larghezza media di 7 metri fu eseguito con carriole e pale, con la forza delle sole braccia. L’ inaugurazione ufficiale avvenne nella primavera del 1893 e proprio in tale data, Gavirate, Brebbia, Olginasio e Bardello poterono vantare di essere i primi paesi di quel tempo ad avere la luce elettrica nelle loro piazze e l’ ing. Achille Buzzi ad avere la propria energia elettrica per il cotonificio e la sua tessitura. Attorno al 1920, carlo Andrea, detto Gino, figlio di Achille, sostituisce le dinamo con gli alternatori facendoli arrivare direttamente dalla Germania dalla ditta Siemens. Tre anni dopo modifica lo scarico d’ acqua delle turbine creando un maggior rendimento della centrale. La Centrale Idroelettrica Buzzi e’ considerata ” monumento storico con valenza architettonica ” ed e’ l’ unica con turbine Francis ancora funzionanti, sul fiume Bardello e nella provincia di Varese fu la prima d’ italia. Nel 2000 e’ stata completamente rinnovata e dal giugno 2002 tutta la produzione di energia elettrica viene immessa nella rete Enel. Oggi la vecchia centrale continua nel suo pluridecennale lavoro con Enea ed il figlio Luciano.
LA DITTA DI PIPE
Nel 1947 quando Enea Buzzi e suo cugino Achille Savinelli, il cui padre Carlo gestiva un negozio di articoli per fumatori a Milano, decisero di produrre pipe. Accordo comune fu di vendere pipe con il nome Savinelli sfruttando la notorietà del negozio che a quel tempo era molto conosciuto. Fondarono una fabbrica a Brebbia, luogo giá noto per la fabbricazione di pipe artigianali intarsiate o raffiguranti volti di personaggi storici e animali. Entrambi cominciarono senza molta esperienza, ma con l’intenzione di competere in un mercato, quello di allora, dove gli altri fabbricanti marchiavano sulle loro pipe “vera radica” per il generale scetticismo dei compratori che ritenevano il prezzo insufficiente per pipe fatte in radica arborea. La fabbrica nacque attorno ad una centrale idroelettrica, una tra le prime sorte in Italia nel 1890. Nel 1953 Enea Buzzi rilevò la proprietà della Pipe di Brebbia che è tuttora di famiglia. Nel 1956 venne ideata la prima caratteristica losanga che allora era piena e riportava in rilievo il marchio MPB (Manifatture Pipe Brebbia). Nel 1954 era stato pubblicato il “rapporto Therry” in cui si parlava dei danni del fumo di sigaretta. Involontariamente il Dottor Therry lanciò la moda di fumare pipe e sigari. A un periodo di facili vendite seguì una crisi che vide la Brebbia decidere di dedicarsi ai fumatori più esperti nonostante le potenzialità di vendita sarebbero state minori, mentre assai maggiore sarebbe stata la soddisfazione. Ma il vero successo arrivò nel 1960 con le gare di lento fumo: MPB organizzò una squadra di fumatori fortissima che era chiamata amichevolmente “quelli di Brebbia”. Nel 1968 la punzonatura si trasformo da MPB in “Brebbia”. La losanga si trasformò nel suo aspetto attuale. Nel 1976 cambiò ancora ragione sociale in Pipe Brebbia Srl mantenendo comunque sempre la caratteristica della gestione familiare. Gli anni 90 sono caratterizzati da un boom incredibile del sigaro che, partendo dagli Stati Uniti, dilaga fino in Europa e diventa una vera e propria moda.
Ma come tutte le mode, anche quella finì, e i fumatori che erano passati dalla pipa al sigaro, fecero retromarcia con maggiore rispetto avendo già assimilato la cultura del sigaro.
IL MUSEO DELLA PIPA
Il museo della pipa di Brebbia è nato nel 1979 per volere del Ragionier Enea Buzzi, fondatore della Pipe Brebbia Srl e noto collezionista di pipe, ed è situato a Brebbia (VA) in Via Piave 21. In realtà Enea Buzzi cominciò la raccolta delle pipe nel dopo guerra all’inizio per studiare la concorrenza poi seguì una fase di raccolta disordinata e quasi ossessiva delle più disparate pipe per forme, anno di fabbricazione e provenienza, ma, via via che il tempo passava, cominciò ad effettuare ricerche sull’evoluzione della pipa sin dal suo inizio nelle diverse culture. Dopo aver raccolto circa 6.000 pipe seguì la fase più difficile e laboriosa dedicata alla classificazione. Sentiva inoltre la necessità ed il piacere di rendere pubblici i suoi studi ed il risultato del frutto del suo lavoro di ricerca e classificazione. Ma Enea Buzzi non si limitò solamente a raccogliere pipe antiche, ma anche pubblicazioni, libri e riviste rilegandole per annate e di conseguenza il museo di Brebbia è unico nel suo genere poichè raccoglie non solo svariate migliaia di pipe ma le pubblicazioni effettuate in tutto il mondo sulle pipe e uno studio accurato sul design diviso per vari periodi. Si comincia con le pipe calumet degli indiani d’America che furono i precursori dei fumatori di pipa e tabacco per passare ad un ampia raccolta di pipe di schiuma di mare (principalmente di produzione austriaca), di gesso e terracotta principalmente italiane, francesi e olandesi. Alle tradizionali pipe in porcellana Austro-Ungariche si aggiungono le prime realizzazioni francesi e britanniche di pipe in radica sino al primo timido e poi sempre piu travolgente successo delle pipe in radica per merito della produzione italiana. Non mancano tante stramberie come le pipe a sigaro studiate per i motociclisti (avevano un fornello interno con un pigiatabacco a molla) le “radiator” ovvero le pipe con un fornello “aerato” per poter tenere in mano agevolmente le proprie pipe nei climi caldi; pipe con bocchini telescopici per fumare più fresco; pipe con due fornelli e valvole per poter gustare in tempo reale diverse miscele, mini pipe ad acqua; brevetti di ogni genere per rendere più semplice o forse per complicare ancor di più) la difficile arte di fumare la pipa. Completa la collezione delle curiosità un formidabile assortimento di pipe scolpite, alcune vere piccole sculture fra cui delle pipe con cappello riproducenti famosi personaggi dell’epoca. Ultimamente in occasione del decennale della scomparsa del compianto giornalista sportivo Gianni Brera l’ associazione culturale di Bosisio Parini (LC) suo paese natale per finanziarsi ha messo all’ asta la sua collezione di pipe. Detta collezione è stata acquista dalla Provincia di Varese sensibile alle radici storiche produttive delle nostre zone e data in custodia al museo della Pipe di Brebbia. Queste pipe arricchiscono ulteriormente l’ intera raccolta storica di Brebbia.
Collezione Schuchardt
Recentemente Brebbia ha acquisito una nuova collezione di pipe che ha trovato la sua giusta e degna collocazione presso il Museo della pipa: la prestigiosa collezione di Franz Schuchardt. La collezione è composta da 195 pezzi unici che vanno dal diciannovesimo agli inizi del ventesimo secolo. Formata da 42 pezzi in schiuma di mare, 86 pezzi in porcellana finissima con decorazioni a mano, 29 pezzi in radica scolpita e 38 pezzi di vari materiali, la collezione è unica nel suo genere e di valore inestimabile. Sabato 20 maggio 2006 la nuova collezione è stata presentata presso il museo Brebbia alla presenza di Enea Buzzi fondatore della Brebbia e ideatore del Museo.
Enea ha sottolineato l’importanza della pipa italiana per quanto riguarda il mercato estero, rievocando l’antica tradizione delle manifatture come la Rossi. Il figlio Luciano ha descritto la particolarità e l’importanza della collezione appena acquisita. Alla inaugurazione erano presenti il nipote di Schuchardt, Dieter Prange e il sindaco di Brebbia, Adolfo D’Agata. Per gli appassionati delle pipa e i semplici curiosi, il museo è sempre aperto!
Lamberto Malaguti: il museo come laboratorio aperto
Il museo di Brebbia è anche un laboratorio aperto a disposizione di tutti coloro che si vogliono avvicinare alla pipa provenendo da altre esperienze artistiche, o professionali e che vogliono cimentarsi con le pipe. E’ da queste esperienze che secondo noi si possono sviluppare nuovi spunti progettuali. Il museo porta testimonianza di pipe realizzate da vari artisti nel campo della pittura, della scultura o della letteratura che sono venuti a contatto con la nostra realtà produttiva o con il museo di Brebbia che ha stimolato la loro vena creativa. Citiamo Bennati, Baj, Brera, Burger, Lucchina, Ferriani, A.Pomodoro fra gli artisti più famosi che son venuti a farci visita. Il museo di Brebbia ospiterà da ora sino alla fine di gennaio una collezione di 16 pipe con incastonate pietre dure o originali inserti in argento realizzate da Lamberto Malaguti di professione orafo e prestato per passione al mondo della pipa. Le sue pipe possono piacere o meno ai collezionisti anche perché non ripercorrono alcuno degli stilemi classici delle varie scuole artigianali italiane ed estere ma sono indubbiamente di forte impatto emozionale. Lamberto Malaguti inizia giovanissimo a lavorare al laboratorio di Cusi Rinaldo, in via Clerici 1 nel 1955 come orafo. Nel frattempo frequenta una scuola superiore d’ arte serale . La passione per la scultura ed il bassorilievo lo porta alla costruzione di gioielli ispirati ad opere classiche . La radica di erica è una scoperta meravigliosa che lo ispira nella realizzazione delle più svariate sculture anche con metalli preziosi quali oro, argento, e pietre varie sino ad arrivare alla realizzazione delle prime pipe. Espone a New York , 10 pipe gioiello in una grande gioielleria della 5ª strada . Negli anni ‘90 è al Cremlino con il compito di rifare gioielli di Fabergè. La sua ultima mostra di pipe con soggetti ispirati ad opere di Modigliani, Picasso, Klimt, Arcimboldo si è tenuta da Scavia a Milano il 4 Aprile 2008.
Collezione Brera
Gianni Brera è stato un personaggio molto amato dagli italiani: scrittore, critico, giornalista sportivo, ma soprattutto grande appassionato ed esperto di calcio, ha incantato i telespettatori con la sua verve e la sua dialettica. Nel 2002, nel decennale della scomparsa, il suo comune d’adozione, Milano, gli ha dedicato la vecchia Arena Civica ed il comune natio, Bosisio Parini in provincia di Lecco, gli ha intitolato la piazza principale. Questo dimostra che ha lasciato un ricordo indelebile a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Gianni Brera è per noi importante soprattutto come fumatore. Grandissimo fumatore di sigari toscani e di pipa non rinunciava mai al tabacco sia in pubblico che in privato. Uno dei suoi più grandi crucci era di non riuscire a gustare la parte migliore del toscano, la “cicca”. A suo parere non esisteva una pipa che avesse un fornello con la conicità giusta per poter fumare le spuntature del toscano e sufficientemente leggera da poter essere trattenuta tra i denti senza avere la “masticazione da bagonghi”, come diceva lui. Fu così che, grazie all’amicizia fra Gianni Brera ed Enea Buzzi naque la serie “Brera”, che ebbe un grandissimo successo di vendita nonostante fosse decisamente una pipa piccola, mentre a quei tempi, si parla degli anni settanta, andavano di moda pipe artigianali molto grosse e pesanti. Non abbiamo potuto inserire Gianni Brera tra i nostri “Grandi Designers” perchè non è più tra noi, ma potete ammirare i suoi disegni, progetti e la sua amata collezione di pipe perchè abbiamo avuto l’opportunità di inserirli nel Museo della Pipa di Brebbia. Per un caso fortunato la Provincia di Varese ha deciso di acquistare la collezione completa delle pipe di Gianni Brera, donata dagli eredi alla fondazione culturale di Bosisio Parini, e di cederla al nostro museo, per accrescerne il valore ed il prestigio dato che è una testimonianza della storia industriale della provincia di Varese. La produzione della pipa era infatti per il Varesotto una delle attività principali che dava lavoro a moltissimi addetti. Abbiamo voluto proporre due modelli originali disegnati da Gianni Brera che allora non eravamo in grado di realizzare, data la limitata tecnologia dei tempi: una piccola Calabash che deve avere il foro di tiraggio curvo ed una Dublino fortemente asimmetrica.
Sono modelli estremamente armoniosi eleganti e moderni, nonostante siano stati disegnati più di venti anni fa, come attualissimi sono i modelli piccoli classici e leggeri della sua collezione, a ricordarci la sua innata classe.
Pipe Cinesi
Non avendo materia prima, cioè la radica che è pianta tipica della macchia mediterranea, le pipe cinesi sono realizzate in ciliegio. Quelle fiammate, cioè con la vena orientata dalla base del fornello e che lo circonda con una venatura regolare e parallela e che è la gioia dei fumatori più esigenti in queste pipe, è abilmente dipinto a mano.